Avere i valori della glicemia regolari è fondamentale per la salute sia fisica, sia mentale (i picchi glicemici possono provocare forte stanchezza, impattando su aspetti della vita come il lavoro). Naturale è quindi interrogarsi su quali siano i migliori rimedi per abbassarla. Da diverso tempo ormai, quando si parla di questo argomento si chiama in causa un condimento molto popolare: l’aceto di mele. Assumerlo è davvero utile per riportare nei giusti range i valori glicemici?
Se ti appassiona il mondo dei rimedi naturali, senza dubbio ti sarai posto, almeno una volta di recente, questa domanda. Fantastico! Nelle prossime righe, cercheremo di darti una risposta esaustiva e, soprattutto, con alla base argomentazioni scientifiche. Prima di iniziare a scoprire il tutto ricorda una cosa: qualsiasi modifica alla routine alimentare dovrebbe essere sempre preceduta dalla richiesta di un consiglio al proprio nutrizionista di fiducia.
L’aceto di mele fa abbassare la glicemia: cosa c’è di vero?
Frutto della fermentazione del sidro di mele, l’aceto di mele è un condimento ricco di acido acetico, un ingrediente caratterizzato da numerosi benefici. La sua capacità di debellare i quadri infettivi nella zona auricolare è stata ufficialmente riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Da diversi anni a questa parte, si parla dell’aceto di mele come di un rimedio in grado di tenere sotto controllo i valori della glicemia, prevenendo i già menzionati – e a dir poco fastidiosi – picchi glicemici. Cosa c’è di vero? Diversi esperti hanno provato, negli anni, a rispondere a questa domanda (e a commentare mode discutibili come quella di consumare almeno 30 ml di aceto di mele prima di ogni pasto).
A tal proposito, è bene sottolineare che, nel momento in cui si ha a che fare con una persona sana, non diabetica e senza alcun fattore di rischio per quanto riguarda la glicemia, i fisiologici picchi glicemici post prandiali non sono motivo di preoccupazione. Vengono infatti adeguatamente gestiti dall’insulina. Diverso, ovviamente, è il caso di chi ha una diagnosi di diabete e, di riflesso, problematiche relative alla regolazione dell’azione insulinica. In questi frangenti l’aceto di mele non contribuisce in alcun modo ad abbassare la glicemia. Anche se diversi studi parlano del suo contributo alla sua riduzione soprattutto dopo pasti particolarmente glucidici – e non adatti ai diabetici – si tratta di lavori scientifici preliminari e realizzati su campioni numericamente esigui.
Aceto di mele e glicemia: attenzione alle controindicazioni
Come abbiamo appena visto, l’aceto di mele non è considerato un rimedio scientificamente efficace ai fini della riduzione della glicemia. Altrettanto importante è sottolineare le possibili problematiche che possono derivare da un consumo sconsiderato di questo condimento e dalla sua assunzione come se fosse una bevanda. Ecco le principali conseguenze negative che devi assolutamente conoscere:
- Danni allo smalto dentale
- Lesioni a carico delle pareti dell’esofago
- Peggioramento dei quadri di reflusso e gastrite
A lungo andare, un’altra problematica che potrebbe palesarsi a causa di uno smodato consumo di aceto – e 30 ml prima di ogni pasto lo favoriscono – è l’insorgenza di squilibri a livello elettrolitico, con conseguente riduzione dei livelli di potassio ben sotto i range considerati salutari dalla scienza. Da non dimenticare, inoltre, sono i pericoli per la salute di chi soffre di insufficienza renale.
Chiaro è che, quando si parla di controllo della glicemia, l’aceto di mele non è un alleato decisivo. Cambia invece le cose la scelta di rivolgersi a un professionista specializzato – dietologo, dietista o nutrizionista – per farsi stilare un piano alimentare mirato per le proprie esigenza, con il giusto equilibrio tra i nutrienti in modo da scongiurare possibili danni ai reni. Se poi si vuole aggiungere l’aceto di mele come condimento, nessuno vieta di farlo.